Che cosa deve fare,
allora, una metafora per potere avere efficacia in psicoterapia infantile? Rossi
(1972) dirà che la funzione importante della metafora in terapia è
probabilmente la sua capacità di dar vita a una realtà fenomenologica condivisa per cui il bambino sperimenta il
mondo che il terapeuta crea con la metafora. È questo, quel processo che
consente al bambino, al terapeuta, alla storia di entrare in empatia. Il
bambino potrà identificarsi con i personaggi e con gli eventi che verranno
descritti: qui troviamo la forza di trasformazione della metafora (Gordon,
1978). In questo modo, infatti, il bambino non si sente isolato, riesce a
creare un ponte fra la propria vita reale e gli eventi della narrazione. In un
processo all’interno del quale si percepisce un senso di esperienza condivisa,
il bambino può, nello stesso momento, guardare il problema e rimanerne
distante, attivare risorse e capacità, ma non sentirsi minacciato. Il bambino
passa dal dire “Nessuno ha il mio
problema” al “Loro avevano un
problema come il mio”. Tale connessione, però resta inconscia. Infatti, qui sta
la finezza della metafora terapeutica: «che
la storia coglie nel segno, ma lo fa curiosamente di lontano; ossia punta al
problema, ma se ne tiene tacitamente alla larga; attiva capacità e risorse
specifiche, ma lo fa in forma generica, non minacciosa»
Fonti:
J.C. MILLS, R.J. e CROWLEY, Metafore terapeutiche per i bambini